La polizia predittiva basata su algoritmi suscita preoccupazioni, rivela una recente ricerca
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La polizia predittiva basata su algoritmi suscita preoccupazioni, rivela una recente ricerca


Le tecnologie algoritmiche consentono di prevedere i luoghi in cui potrebbero verificarsi reati o i possibili autori. Carlo Gatti, Dottore di ricerca all’Università di Turku, ha analizzato la legittimità e l’uso della polizia predittiva nel suo Paese d’origine, l’Italia.

Con “polizia predittiva” si intende la previsione dei luoghi di commissione dei reati o dei potenziali autori attraverso modelli basati su algoritmi. Il fenomeno ha attirato crescente attenzione negli ultimi anni.

Il ricercatore Carlo Gatti ha affrontato il tema nella sua tesi di dottorato, esaminando le caratteristiche operative e le razionalizzazioni della polizia predittiva da una prospettiva multidisciplinare.

«La polizia predittiva viene legittimata sia con teorizzazioni criminologiche sia con giustificazioni più superficiali», spiega Gatti. «Le modalità di attuazione sono diverse».

Nei modelli basati sull’individuo, gli algoritmi valutano il rischio che una persona commetta reati in futuro sulla base di caratteristiche selezionate. Nei modelli basati sul luogo, il sistema analizza la storia criminale e i fattori ambientali per prevedere dove è più probabile che si verifichino reati.

Alcuni sistemi sono sviluppati direttamente dalle autorità di polizia, come il CAS nei Paesi Bassi. Altri sono strumenti commerciali offerti da grandi aziende tecnologiche – come Palantir – e adattati ai diversi contesti nazionali.

«Sebbene i sistemi basati sull’individuo siano spesso considerati più invasivi, la mia ricerca dimostra che anche gli approcci basati sul luogo possono fondarsi su dati sensibili e produrre effetti simili. Questo solleva interrogativi critici sull’effettività di un reale scrutinio pubblico sulle pratiche preventive».

La “privatizzazione soft” può minacciare la democrazia

Secondo Gatti, la polizia predittiva presenta lacune normative e carenze regolatorie.

Nella sua ricerca ha analizzato la trasparenza degli attori pubblici e privati, individuando criticità giuridiche alla luce dei sistemi realmente in uso.

«Il mio studio mostra che le misure regolatorie restano indietro rispetto agli obiettivi che dichiarano di perseguire».

La ricerca esamina anche il rapporto tra potere pubblico e privato. Gatti avverte che la “privatizzazione morbida” (soft privatisation) compromette la responsabilità istituzionale, elemento essenziale della democrazia.

Gatti ha studiato la polizia predittiva soprattutto nel contesto italiano, analizzando in particolare due algoritmi proprietari utilizzati nel Paese.

«In Italia il tema è stato finora poco indagato e mancavano dati sistematici raccolti direttamente presso sviluppatori o utilizzatori».

Il ricercatore sottolinea che è fondamentale valutare criticamente gli effetti di queste tecnologie prima di un’eventuale implementazione.
Theoretical Roots, Rationalisations, and Legal Contradictions of Predictive Policing
Gatti, Carlo
(07.11.2025)
https://urn.fi/URN:ISBN:978-952-02-0355-9
ISBN 978-952-02-0355-9 (PDF)
ISSN 0082-6987 (Print)
ISSN 2343-3191 (Online)
Painosalama, Turku, Finland, 2025
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Regions: Europe, Finland, Italy
Keywords: Humanities, Law, Society, Policy - society, Public Dialogue - society

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